Una piccola speranza. Flebile, forse, ma c’è. Non è vero che la pandemia Covid ha allontanato tutti gli studenti fuorisede dalla città di Trento. Qualcuno infatti, favorito da una modalità di lezione in presenza (almeno in parte), ha deciso di tornare a studiare nel nostro territorio.

Era un viaggio nel viaggio quello di Lorenzo Palladino, che fino a poco tempo fa studiava a Rovereto, risiedeva a Trento e proveniva da Falconara Marittima, in provincia di Ancona.
Un fuori sede di vent’anni, affascinato dalla psicologia (studia Scienze Cognitive) ma colpito, come tanti altri, dalla situazione Covid-19 e da tutte le dinamiche ad essa collegate. Eppure, a differenza di tanti altri suoi “colleghi”, Lorenzo ha deciso di tornare nella nostra città: tanti gli impegni, sia accademici che sportivi, ai quali il ragazzo ha scelto di non rinunciare.

Ed ora eccolo, Lorenzo: pronto a cominciare un nuovo anno, con la speranza (come tutti) che quanto prima si possa tornare alla ormai tanto desiderata normalità.

Lorenzo Palladino, marchigiano d’origine, continuerà a fare il fuori sede nella città di Trento

Lorenzo, partiamo dal principio: perché hai scelto di venire a vivere nella città di Trento?

Due giorni fa ho “festeggiato” il mio primo anno nella vostra città: mi ci sono trasferito lo scorso 7 settembre 2019, ma la decisione era già stata presa nel precedente mese di febbraio. Ho notato un corso alla Facoltà di Rovereto, inerente la psicologia cognitiva, e ne sono rimasto affascinato. Una volta superato il test in marzo, sono arrivato a Trento e devo dire che mi sono trovato subito bene. Non è una città gigantesca, si tratta di una realtà delle giuste dimensioni e credo che gli studenti siano agevolati e molto seguiti sia dalla Provincia che dall’Università.

Dopodiché, è arrivato il Covid-19…

Quando è cominciata l’epidemia l’Università ha chiuso. Ho colto l’occasione per scendere a casa mia, con l’intenzione ovviamente di risalire al nuovo inizio delle lezioni. Quando sono ritornato, circa il 15 marzo, trascorso qualche giorno è stata disposta la nuova chiusura dell’Ateneo. Appena rientrato nuovamente a casa, hanno chiuso tutto e quindi ho trascorso la quarantena nelle Marche. Con il senno di poi, scendere è stata l’idea giusta: si parlava del possibile picco di contagi ad aprile, la situazione però si è prorogata nel tempo e quindi il problema si è rivelato più serio.

Secondo te come e quanto ha impattato il virus sulla vita universitaria di Trento?

Penso semplicemente al mio appartamento, in cui ci sono state due disdette. I numeri parlano di circa 5000 studenti in meno che, per motivi legati alle lezioni online, non torneranno in città. La vita universitaria, in questo modo, si spegne. A Trento ci sono molte associazioni e luoghi di ritrovo che rendono possibile lo svago, ma senza studenti e soprattutto senza fuorisede…

Tu però hai scelto di ritornare in Trentino

Fortunatamente la mia università prevede attività in presenza che verranno fatte a turni, quindi continuerò a fare il fuorisede. Inoltre gioco a basket nella cittadina di Pergine Valsugana, realtà in cui ho conosciuto tanti amici ai quali sono molto legato, oltre al fatto che voglio rispettare l’impegno preso. Non so quanto resterò a Trento, ma sicuramente sono pronto a ritornarci.

Se potessi scegliere: lezioni in presenza o didattica online?

In presenza, assolutamente: la didattica online non è paragonabile, ci sono tante difficoltà a cominciare dalla connessione internet instabile. In presenza si possono fare domande dirette, interagire, creare relazioni. Non dico che mi sia trovato male con l’insegnamento a distanza, in fin dei conti vedo l’Università come un percorso di crescita che comporta indipendenza e autonomia. Le video lezioni ti permettono di organizzarti lo studio, seguire i corsi con più calma, però si perde tutto l’aspetto umano della lezione faccia a faccia.

Quindi la speranza è quella di un secondo semestre in classe?

Credo che sia la speranza di tutti, soprattutto dei fuorisede. Ovviamente tutto dipenderà dalla situazione dei contagi, sperando che resti quella di adesso o che addirittura migliori. Va detto che, anche in passato, credevamo che il picco di contagi sarebbe avvenuto prima, invece i tempi sono stati più lunghi: nessuno sa cosa accadrà in futuro.

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Ciao, sono Nicola Maschio. Ho 23 anni e sono un giornalista, amante della scrittura ed iscritto all’Albo dal 2016. Collaboratore del giornale “L’Adige” di Trento da quattro anni, come tanti di voi sono anche uno studente. Perché si sa… non si finisce mai di imparare! Dopo tre anni ho finito il corso di Sociologia a Trento ed ora sono alla magistrale nella stessa Università.

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